20 L'importanza dell'assicurazione: tutela del
professionista e garanzie per il paziente
L'assicurazione
della responsabilità civile dei professionisti è acquisizione relativamente recente. Si
comprenderà tale affermazione ponendo mente all'origine della professione intellettuale e
alla sua genesi, specialmente con riguardo alla professione che qui interessa esaminare.
Finché il medico, o l'avvocato, sono stati considerati come interpreti di arti che nulla
o quasi avevano a spartire con forme di responsabilità professionale, anche l'esigenza di
sottoscrivere contratti di assicurazione professionale è rimasta a margine della loro
attività.
Il giudizio
di responsabilità, un tempo inconciliabile[1]
con la concezione antica della professione intellettuale, espressione della
<<libertà morale e dell'indipendenza nelle decisioni del professionista>>,
ora assume contorni del tutto diversi, e per certi aspetti pericolosamente opposti: le
azioni di responsabilità si sono fatte sempre più frequenti, coerentemente con
un'elaborazione dottrinale e giurisprudenziale sempre più approfondita e intensa.
Con il
progredire dell'aggravamento del rischio è aumentata anche la correlata sensibilità del
medico: si stima[2] che circa il 55 % dei medici abbia
provveduto ad assicurarsi personalmente; a loro si devono aggiungere le U.s.l. (ora
A.s.l.) che sono corse ai ripari sottoscrivendo contratti di assicurazione.
L'evoluzione
ha vissuto un moto di sviluppo tale che oggi le compagnie assicurative, maggiormente
impegnate sul fronte dell'offerta di polizze sulla responsabilità professionale, lanciano
addirittura un allarme: il sistema sembra essersi incamminato verso il collasso. I dati
che vengono sottoposti all'attenzione del settore descrivono un quadro nel quale i ricavi
derivanti dai premi versati sarebbero di gran lunga superati dagli esborsi, ai quali le
assicurazioni sarebbero tenute in seguito a pronunce sempre più severe. Secondo gli
ultimi dati disponibili[3], nel 1995 la raccolta premi della RC medica
ammontava a 180 miliardi e i sinistri risarciti a 360, il doppio. Appena un anno dopo,
invece, i premi raccolti sono sì arrivati a 250 miliardi, ma i risarcimenti hanno
raggiunto i 750 miliardi, triplicando cioè il livello degli "esborsi" rispetto
alle "entrate".
L'ANIA
denuncia il peso che la RC del medico ha esercitato sui dati complessivi: i premi hanno
rappresentato solo l'8,3% della raccolta della RC generale (pari a circa 2.981 miliardi),
laddove i risarcimenti hanno inciso per il 23 % sul complesso dei sinistri pagati (3.242
miliardi). Come può essere agevolmente compreso, l'incidenza del rapporto medico
paziente, e più generalmente la responsabilità professionale dei sanitari sta assumendo
contorni, anche sotto il profilo assicurativo, di assolta emergenza.
Il sistema
assicurativo dovrà correre ai ripari e calibrare al meglio la propria offerta sulla base
di una rinnovata valutazione del rischio, anche in funzione dell'affidabilità
dell'assicurato. In questo senso sarà molto importante individuare alcuni parametri di
riferimento sulla scorta dei quali valutare attentamente la posizione -in particolar modo-
della struttura da assicurare, sotto il profilo del rispetto degli standard di sicurezza e
di capacità di gestione del rischio. Anche l'individuazione, all'interno della struttura,
di un responsabile della gestione del sinistro, come già anticipato in apertura, sarà
certamente d'aiuto per monitorare e gestire in modo più complesso, ma certamente più
corretto e meno costoso, l'intero processo.
Quest'inversione
di tendenza nella valutazione del rischio e nella personalizzazione dell'assicurazione
avrà anche l'effetto di promuovere un salto di qualità delle stesse strutture verso
standard di qualità sempre più elevati[4].
Un possibile
elemento di ulteriore allarme, per il mercato assicurativo, potrebbe essere ricollegato
dall'individuazione di precisi oneri connessi al consenso informato, soprattutto se si
pone attenzione al rilievo che assume l'autonoma individuazione del dovere d'informare il
paziente, connessa all'altrettanto autonoma sanzione per la violazione dello stesso.
Pretendere
che la struttura si adegui alle nuove esigenze che richiamano l'attenzione sulla corretta
descrizione del rischio, condotta sulla base dell'attenta analisi della dottrina e della
giurisprudenza, appare condizione
fondamentale per l'auspicabile adeguamento del sistema.
Avv. Nicola
Todeschini
www.studiolegaletodeschini.it
membro dello Studio Legale
Consumerlaw
Note:
<![endif]>
[1]
G. GENTILE, L'assicurazione della responsabilità
civile dei liberi professionisti, in Resp. civ.
e prev., XXXIV, Milano, 1969, 391 e segg.
[2]
La fonte dei dati è il Sole 24ore del 23/09/1996, n. 261, pag. 6.
[3]
La fonte è il Sole 24ore del Lunedì, del 05/01/1998, n. 4, pag. 5.
[4]
Il pensiero è espresso in Giornale delle
Assicurazioni, Settembre 1996, pag. 6.