Aspartame e tumori nei ratti, ma nell'uomo?
Uno
studio nei ratti documenterebbe un aumento dose-correlato di linfomi e leucemie
nei ratti femmine trattate per tutta la vita con aspartame.
Sono stati studiati ratti stratificati in sei gruppi cui sono state
somministrate varie dosi crescenti di aspartame dall'età di 8 settimane fino
all'età della morte spontanea degli animali più un gruppo di controllo. La
mortalità degli animali non è risultata influenzata dalla somministrazione
dell'aspartame. Solo negli animali di sesso femminile si è assistito ad un
aumento statisticamente significativo di linfomi e leucemie, che gli Autori
definiscono dose-correlato (p<0,05), rispetto a quanto osservato nel gruppo
di controllo. L'effetto é stato osservato anche alla dose di 20 mg/kg di peso
corporeo, una dose inferiore a quella ammessa per l'uomo dalla normativa vigente
(50-40 mg/kg di peso corporeo). Il mantello degli animali esposti ad aspartame,
specie alle dosi maggiori, ha assunto un colorito giallastro che gli Autori
hanno ricondotto ad effetto simile riscontrato in ratti esposti all'assunzione
di formaldeide nell'acqua da bere. Da notare che l'esposizione dei ratti
all'aspartame ha comportato una differenza significativa nella quantità di cibo
assunto nei vari gruppi, ma non una differenza nel peso degli animali. Gli
Autori ipotizzano che l'aspartame nella metabolizzazione produca metanolo che a
sua volta viene trasformato, sia nell'uomo che nel ratto, in formaldeide e poi
in acido formico. Gli Autori in precedenti lavori avrebbero inoltre dimostrato
che la somministrazione di formaldeide ai ratti è associata con un aumento di
incidenza di linfomi e leucemie. Dato che, secondo alcuni Autori
l'evidenziazione di un effetto carcinogenetico nel ratto, sarebbe predittivo di
un effetto simile anche nell'uomo, gli Autori richiedono una rivalutazione dei
livelli consentiti di assunzione dell'aspartame nei cibi e vivande specie se
destinati ai bambini. I risultati dell'esperimento sono stati comunicati al
ministero della Salute e all'Istituto superiore di sanità in aprile. Nella
seconda metà di giugno sono stati presentati all'Agenzia europea per la
sicurezza alimentare e al National Cancer Institute del governo americano.
Fonte: Europ. J Oncol., 2005 (in press)
Commento di Luca Puccetti
Il Comitato Scientifico per gli Alimenti della Commissione Europea (SCF) - oggi
Autorita' Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) - nel dicembre 2002 ha
dichiarato che l Aspartame é un dolcificante intensivo i cui componenti sono
analoghi a quelli che generalmente si assumono con il cibo. L'Aspartame,
approvato dallo SCF nel 1983 e dalla Food and Drug Administration (FDA) nel
1981 é, secondo Federchimica, uno degli ingredienti più approfonditamente
analizzati, con oltre 200 studi che confermerebbero la sua innocuità. Oltre a
SCF e FDA, anche il Comitato Congiunto di Esperti sugli Additivi Alimentari
(JECFA) dell' Organizzazione Mondiale della Sanita' (OMS) e della
Organizzazione Mondiale dell'Alimentazione e dell'Agricoltura (FAO) hanno
stabilito che l'Aspartame è di uso sicuro. In questo contesto i media hanno
amplificato in modo assolutamente improprio e sproporzionato l'annuncio di uno
studio ancora non pubblicato sui ratti e quindi siamo ben lontani dall'avere
evidenze di pericolo nell'uomo. Fanno parte del panorama politico italiano, le
dichiarazioni di tal Luana Zanella, deputata Verde della commissione Affari
Sociali, che avrebbe rivolto una interrogazione al ministro della Salute,
chiedendogli di prendere provvedimenti immediati, dopo le notizie sui
"gravissimi rischi legati all'uso dell'aspartame" pur in attesa di
riscontri scientifici, affinché la sostanza sia sospesa subito dal commercio.
Il Ministro Storace avrebbe dichiarato: ''Le notizie scientifiche legate
all'aspartame non sono affatto da sottovalutare. Ho dato disposizione al
Consiglio superiore di Sanità di occuparsene con immediatezza, per adottare,
anche alla luce delle valutazioni fornite in materia dai Comitati misti della
Fao e dell'Organizzazione mondiale della Sanità, oltre che dal Comitato
scientifico per l'alimentazione umana, eventuali iniziative di nostra
competenza. Mai come in questi casi, c'è bisogno di certezze, che è necessario
assicurarsi nei tempi più rapidi. Ovviamente è fondamentale anche avere
elementi che suffraghino la decisione dell'Agenzia europea per la sicurezza
alimentare, che sconsiglia misure restrittive. Ma l'Italia ha il diritto-dovere
di garantire i consumatori e su questa linea si muoverà il ministero della
Salute''. La situazione avrebbe necessitato comportamenti più prudenti e
responsabili da parte dei vari interlocutori, specie istituzionali. Si rischia
infatti di creare un allarme sociale ingiustificato sulla base di dati
scientifici assolutamente preliminari, la cui trasferibilità all'uomo è tutta
da dimostrare e che contrastano con molti altri studi che gli Autori del
presente studio ritengono tuttavia non adeguati. Occorre anche osservare che la
dichiarata dose-dipendenza non è affatto chiara e, se esiste, è presente fino a
dosi crescenti di un certo livello per poi mostrare un plateau La vicenda
richiama, come già molte volte affermato, l'assoluta necessità di una
regolamentazione dell'informazione scientifica al pubblico per evitare
strumentalizzazioni e campagne scandalistiche suffragate da basi scientifiche
tutte da dimostrare che di certo hanno solo la grande notorietà a vantaggio di
chi le annuncia, diffonde e cavalca.