Automisurazione pressione predice meglio eventi
La
pressione arteriosa automisurata a domicilio dal paziente presenta una capacità
prognostica superiore rispetto a quella convenzionale misurata nell'ambulatorio
medico.
Uno studio francese, condotto su 4.939 pazienti ipertesi anziani trattati
farmacologicamente e seguiti per 3 anni da 1.429 medici di medicina generale,
dimostra, insieme ad uno altro studio condotto in Giappone (Studio Ohasama) su
larga scala, la superiorità prognostica della pressione automisurata rispetto a
quella convenzionale misurata nell'ambulatorio medico. Nello studio SHEAF (Self-measurement
of blood pressure at Home in the Elderly: Assessment and Follow-up) i pazienti
(età media 70 [SD, 6.5] anni; 48.9% maschi) venivano sottoposti regolarmente a
misurazione della pressione arteriosa da parte del medico ed a monitoraggio
domiciliare della pressione. La soglia per definire non ben controllata la
pressione è stata prederminata ad almeno 140/90 mm Hg per la misura in studio e
135/85 mm Hg per quella a domicilio.
Al termine dello studio che si è protratto in media per 3.2 (SD, 0.5) anni, si
osservato che per ogni incremento di 10 mm Hg di pressione domiciliare
sistolica il rischio di eventi cardiovascolari era aumentato del 17,2% contro
il 5,8% per ogni aumento analogo di pressione sistolica misurata dal medico.
Per un aumento di 5 mm Hg di pressione diastolica il rischio di eventi
cardiovascolari era aumentato dell'11,7% con la misurazione domiciliare e
dell'1,4% con la misurazione del medico. Inoltre l'automisurazione domiciliare
ha permesso di identificare un 9% di soggetti con pressione ben controllata
quando misurata dal medico, ma non a domicilio. Questi pazienti affetti da
"ipertensione mascherata" avevano un'incidenza di eventi
cardiovascolari superiore a quella degli altri pazienti dello studio.
Fonte: JAMA 2004;291:1342-1349.
Commento di Luca Puccetti
Abbiamo rilanciato questo studio come tipico esempio di dato interessante che
apre alla prospettiva di conseguire vantaggi in termini di stratificazione del
rischio e conseguente indirizzo del trattamento. Purtroppo, come vedremo e come
spesso accade in medicina, non sempre una migliore stratificazione e
valutazione del rischio si traduce in effettivi vantaggi in termini di eventi.
Il dato singolare di questo studio è che invece di smascherare i casi di
ipertensione da camice bianco pare che evidenzi piuttosto un numero non
irrilevante di soggetti che si comportano al contrario, ossia presentano valori
normali in studio e non controllati a domicilio. Nel caso di valori discordanti
lo studio indica che il rischio è molto maggiore se la pressione non è ben
controllata alla misurazione domiciliare piuttosto che non in caso contrario.
Lo studio sulla coorte di Ohasama (1), in Giappone è stato disegnato per
validare le suddivisioni delle categorie di rischio individuate dalla classificazione
(2) del Joint National Committee 7 (JNC-7) usando l'automisurazione vs la
misura rilevata casualmente in studio dal medico. L'end point era l'incidenza
di ictus. Sono stati valutati 1702 soggetti di età maggiore di 40 anni
monitorati per ben 11 anni. I risultati dimostrano che i criteri JNC-7 sono più
predittivi usando l'automisurazione piuttosto che la misura convenzionale
effettuata a random. Uno studio (3)prospettico randomizzato per valutare
l'efficacia dell'automisurazione per indirizzare la terapia antipertensiva è il
THOP (Treatment of Hypertension Based on Home or Office Blood Pressure). Gli
end points erano surrogati e non primari e dunque anche tale studio ha i suoi
limiti. I risultati del THOP sono che i pazienti la cui terapia antipertensiva
era guidata dall'automisurazione della pressione ricevevano meno farmaci, ma
avevano anche un minor controllo pressorio ed una massa del venrtricolo
sinistro maggiore. Nel THOP si sono evidenziate, le ipertensioni da camice
bianco ed in questo la misurazione a domicilio è risultata utile.
Un ulteriore studio (4), il PAMELA (Pressioni Arteriose Monitorate e Loro
Associazioni), è stato realizzato a Monza monitorando 2051 soggetti di età
compresa tra 25 e 74 anni, rappresentativi della popolazione generale. I
pazienti sono stati sottoposti alla misura della pressione arteriosa
convenzionale, dell'Holter pressorio e sono stati istruiti ad automisurarsi la
pressione. Il follow-up è stato di 113 mesi. Tutte e tre le misure mostravano
una relazione significativa diretta sia con la mortalità cardiovascolare che
con quella globale. La relazione era migliore per la sistolica e per la
pressione notturna. Nessuna delle tre misure è risultata statisticamente
superiore in termini di predittività degli eventi rispetto alle altre, tuttavia
l'aggiunta dell'automisurazione e della pressione notturna migliora, ma di
poco, la capacità predittiva della pressione misurata in modo convenzionale.
Bibliografia
1) Stroke. 2004;35:2356
2) Hypertension. 2003;42(6):1206-52
3) JAMA. 2004;291:955-964
4) Circulation. 2005;111:1777-1783