Fin dal 1982, quando è stata introdotto in clinica, la litotripsia extracorporea è il trattamento preferito per la calcolosi renale non complicata e per quella ureterale prossimale. Sono stati riportati vari effetti collaterali a breve termine ma mancano fino ad ora studi nel lungo periodo.
In questa analisi sono stati valutati 630 pazienti trattati con litotripsia nel 1985. Dei questionari sono stati inviati a 578 di essi, ancora vivi nel 2004. La percentuale di risposte fu del 58,9%. Come paragone si è fatto ricorso ad una coorte di soggetti (simili per età, sesso ed anno di presentazione) affetti da nefrolitiasi trattata in modo non invasivo.
Dopo 19 anni si notò che un'ipertensione era più frequente nel gruppo trattato con litotripsia (OR 1,47; IC95% 1,03-2,10; p = 0,034). L'ipertensione era legata soprattutto al trattamento bilaterale. Il diabete mellito, nella coorte di soggetti trattati con litotripsia, era presente nel 16,8% dei casi, con un notevole aumento del rischio rispetto a chi non era stato trattato con litotripsia (OR 3,23; IC95% 1,73-6,02;
p < 0,001). Il rischio di diabete era legato al numero di trattamenti somministrati e alla sua intensità.
Gli autori concludono che, dopo 19 anni, la litotripsia extracorporea è associata ad un aumento del rishcio di sviluppo di ipertensione e diabete rispetto a soggetti con nefrolitiasi trattati in maniera conservativa.
Ref:
Krambeck AE et
al. Diabetes Mellitus
and Hypertension Associated With Shock Wave Lithotripsy of Renal and Proximal
Ureteral Stones at 19 Years of Followup. J Urol 2006 May; 175: 1742-1747
Commento di Renato Rossi
Non risulta chiaro il meccanismo con cui la litotripsia potrebbe aumentare il rischio di diabete e ipertensione. Un'ipotesi è che si tratti di un puro indicatore nel senso che i soggetti avviati a litiotripsia sono quelli che hanno una forma di nefrolitiasi più impegnativa rispetto a chi invece viene trattato in modo conservativo e che sia questo, e non il trattamento in sè, la causa del successivo sviluppo di ipertensione e diabete. O comunque si può pensare che chi soffre di una forme più grave di calcolosi renale sia anche più predisposto a sviluppare in seguito patologie metaboliche o cardiovascolari.
Vi è da notare poi che lo studio si basa sulle risposte ricevute ad un questionario inviato ai pazienti, il che lascia supporre che vi possano essere numerosi errori basati proprio su questa metodica di rilevamento dei dati, che sono autoriferiti. Infine vi è stata una notevole percentuale di soggetti che non ha risposto al questionario. Si può presumere che costoro sono quelli che stanno meglio e che quindi non hanno ritenuto utile mantenere una qualsiasi forma di contatto con i medici che li avevano trattati, mentre quelli che sono affetti da diabete e ipertensione pensano possa essere in qualche modo utile per loro rispondere. Se questo è vero ovviamente i dati ricavati dallo studio possono essere stati del tutto o in parte falsati. Rimane comunque l'ipotesi che la litotripsia sia in qualche modo un marker di rischio per il futuro sviluppo di diabete e/o ipertensione, ma il dato richiede altre conferme