La Metoclopramide: non usare per il vomito gravidico
E' stato recentemente pubblicato di DM 11 marzo 2004 "Modifica degli stampati delle specialita' medicinali contenenti metoclopramide", (GU n. 65 del 18-3-2004).
Sono state apportate importanti integrazioni per quanto riguarda le controindicazioni (alcune gia' note) e l' uso in gravidanza.
In particolare ne viene espressamente e assolutamente controindicato l' uso nel primo trimestre della gravidanza (proprio nel periodo in cui la frequente presenza di nausea e vomito invita maggiormente all' uso del farmaco, e lo rende particolarmente gradito alle gravide).
Una controindicazione relativa e' stata posta durante il periodo dell' allattamento, considerando il fatto che il farmaco viene escreto nel latte materno.
Di seguito viene riportato il testo (parziale, limitato ai punti salienti) del decreto.
"Paragrafo 4.3 - Controindicazioni.
Ipersensibilita' verso i componenti o verso altre sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico.
Pazienti affetti da glaucoma, feocromocitoma, malattia epilettica, morbo di Parkinson e altre affezioni extrapiramidali conclamate o in corso di terapia con anticolinergici.
Casi in cui la stimolazione della motilita' intestinale possa rivelarsi pericolosa, per esempio in presenza di emorragia gastrointestinale, perforazione, ostruzione meccanica.
Bambini al di sotto dei 16 anni.
Primo trimestre di gravidanza e allattamento (vedere paragrafo "Gravidanza e allattamento").
Paragrafo 4.6 - Gravidanza e allattamento.
L'uso del prodotto nel primo trimestre di gravidanza e' controindicato. Per quanto riguarda l'impiego del prodotto nell'ulteriore periodo si tenga presente che prodotti antiemetici in genere devono essere somministrati in gravidanza soltanto nei casi di
sintomatologia conclamata, per la quale non sia possibile un intervento alternativo e non nei frequenti e semplici casi di emesi gravidica e tanto meno con fini preventivi di essa.
La metoclopramide e' escreta nel latte materno, quindi non dovrebbe essere somministrata durante l'allattamento, a meno che, a giudizio del medico, i benefici per la madre siano prevalenti rispetto ai potenziali rischi per il neonato. In alternativa, ricorrere all'allattamento artificiale."
Daniele Zamperini (con la collaborazione di Marco Venuti, Medico&Leggi)