No SSRI e SNRI a bambini ed adolescenti
SSRI e SNRI non devono essere utilizzati nei bambini e negli adolescenti,
tranne che per le indicazioni espressamente approvate in tali fasce di età;
possono provocare un aumento di comportamenti aggressivi e di propensione
suicidaria.
Il CHMP (Committee for Medicinal Products for Human Use) dell'EMEA ha convocato
un gruppo di esperti ad hoc che comprendeva neuropsichiatri infantili al fine
di fornire un parere scientifico sulla sicurezza d'uso di questi farmaci.
Il CHMP ha rivalutato tutti i dati disponibili presso le autorità competenti in
UE ed i dati sottoposti dalle aziende titolari di autorizzazioni all'immissione
in commercio su questi antidepressivi nei bambini e negli adolescenti. Tali
dati includevano sperimentazioni cliniche che erano state sottoposte alle
autorità competenti dalle aziende, dati pubblicati nella letteratura medica e
dati epidemiologici provenienti da studi osservazionali.
Il 21 aprile l'Agenzia Europea dei Medicinali (EMEA) ha concluso la valutazione
sull'utilizzo nei bambini e negli adolescenti degli antidepressivi inibitori selettivi
della ricaptazione della serotonina (SSRI) e inibitori della ricaptazione della
serotonina-norepinefrina (SNRI).
La rivalutazione riguarda le specialità medicinali autorizzate in Italia,
contenenti i seguenti principi attivi: citalopram, duloxetina, escitalopram,
fluoxetina, fluvoxamina, mianserina, mirtazapina, paroxetina, reboxetina,
sertralina e venlafaxina.
E'stato concluso che il comportamento correlato al suicidio (tentativo di
suicidio e ideazione suicidaria) e l'ostilità (prevalentemente comportamento
aggressivo, comportamento oppositivo e rabbia) sono stati osservati nelle
sperimentazioni cliniche più frequentemente in bambini ed adolescenti trattati
con tali antidepressivi, rispetto a quelli che avevano ricevuto il placebo.
In nessuno degli studi clinici condotti in bambini ed adolescenti e valutati
dal CHMP, ci sono state segnalazioni di morti per suicidio.
Tuttavia, i dati di questi studi hanno mostrato che i bambini e gli adolescenti
che assumevano SSRI a SNRI mostravano una maggiore propensione al comportamento
e all'ideazione suicidari (come tentativi di suicidio e ideazione suicidaria),
in particolare se già affetti da uno stato depressivo di fondo. Pertanto, tali
medicinali non devono essere utilizzati nei bambini e negli adolescenti, tranne
che per le indicazioni espressamente approvate in tali fasce di età. Alla luce
della rivalutazione condotta, il CHMP ha concluso che gli stampati (Riassunto
delle Caratteristiche del Prodotto e Foglio Illustrativo) dei prodotti che
contengono citalopram, escitalopram, fluoxetina, fluvoxamina, mianserina,
minlacipran, mitrazapina, paroxetina, reboxetina, sertralina a venlafaxina
devono riportare un'avvertenza sull' aumentato rischio di comportamento
suicidario (tentativo di suicidio e ideazione suicidaria) e di ostilità
(prevalentemente comportamento aggressivo, comportamento oppositivo e rabbia)
in bambini e adolescenti in trattamento, al fine di avvertire medici, pazienti
e genitori circa l'esistenza di tale segnale.
Il trattamento eventualmente in corso non deve tuttavia essere interrotto senza
aver prima ricevuto una consulenza da parte del medico curante. L'interruzione
brusca del trattamento può causare sintomi da sospensione, talvolta anche
gravi, tra i quali capogiro, disturbi del sonno e ansia. Quando si interrompe
il trattamento, si raccomanda di ridurre gradualmente la dose nel corso di
varie settimane o mesi.
Nel caso in cui, sulla base di un bisogno clinico individuale, il medico
ritenga necessario trattare il paziente, quest'ultimo deve essere attentamente
controllato particolarmente nelle fasi iniziali della terapia per rilevare
l'eventuale insorgenza di comportamento suicidario, autolesionismo e ostilità.
Fonte AIFA / EMEA http://agenziafarmaco.it/documenti/ssris_trad_ps_emea.pdf