Una spesa
sotto la media Ocse, per un quinto è assorbita dai farmaci, molti medici e
pochi infermieri. Questa la fotografia della Sanità italiana che esce dal
rapporto Ocse. Secondo gli esperti OCSE l'Italia spende per la Sanità risorse
pari all'8,4% del Pil contro la media Ocse dell'8,9%. La spesa pro capite
risulta di circa 2.392 dollari contro una media di 2.550 (negli Usa 6.102
dollari).
La spesa
sanitaria in Italia è aumentata in termini reali del 3,5% l'anno tra il 1999 ed
il 2004 (più lentamente della media Ocse che è pari al 5,2%) ed i farmaci sono
uno dei fattori alla base dell'incremento, rappresentando il 21,4% della spesa
totale contro una media tra gli altri Paesi industrializzati del 17,7%. Il
76,3% della spesa sanitaria è finanziata con risorse pubbliche contro il 73%
della media Ocse, ma è comunque in calo rispetto al 79,1% del 1990.
Nel 2004 i
Governi che meno hanno incrementato di meno la spesa sanitaria sono stati
quelli degli Stati Uniti (45%, ma la spesa totale è già altissima, arrivando al
16,3% del Pil) ed il Messico (46%), mentre l'incremento è stato molto salato
per molti Paesi nordici, Regno Unito e Giappone (oltre l'80%). In Italia -
sottolinea l'Ocse - ci sono più medici pro capite che nella maggior parte degli
altri Paesi industrializzati: nel 2004 erano 4,2 i medici esercitanti ogni
1.000 abitanti contro una media Ocse del 3 per cento mentre ci sono solo 5,4
infermieri professionali ogni 1.000 abitanti contro una media Ocse dell'8,3%. È
sotto la media anche il numero dei letti per ricoveri ospedalieri (3,7 per ogni
1.000 abitanti contro una media di 4,1). Oltre la media l'aspettativa di vita
che nel 2003 risultava di 79,9 anni contro i 78,3 anni prevalenti nell'Ocse. Il
dato resta comunque inferiore a quello di Giappone, Svizzera, Australia e
Svezia. La mortalità infantile, molto diminuita negli ultimi decenni, ed è di
4,1 ogni 1.000 neonati ed è migliore della media (5,7). Sono diminuiti i
fumatori (24,2% tra gli adulti contro 27,8% nel 1990), ma si resta sopra i
livelli dei Paesi più virtuosi, come Australia, Canada, Svezia e Usa (attorno
al 18%). È invece aumentato il tasso di obesità, passato - su base soggettiva -
dal 7% del 1994 al 9% del 2003. Si resta ben lontani dai livelli degli Usa
(30,6%) e di Messico, Canada e Regno Unito (oltre il 20%), ma l'Ocse ammonisce
che l'aumento dell'obesità che si è verificato in Italia, come negli altri
Paesi, avrà un sostanziale impatto nell'incidenza futura dei problemi di salute
e nella relativa spesa sanitaria.
Fonte: Ocse