In questo studio gli autori si proponevano di valutare se il trattamento della
sindrome delle apnee ostruttive (OSAS = Obstructive Sleep Apnea Syndrome) con
la ventilazione a pressione positiva continua (CPAP = Continous Positive
Airway Pressure) è in grado di ridurre gli eventi cardiovascolari. A questo
scopo sono stati reclutati 264 uomini sani, 377 uomini semplici
russatori, 403 soggetti con OSAS lieve-moderata, 253 con OSAS grave non
trattata e 372 con OSAS trattata con CPAP. I partecipanti sono stati seguiti
una volta all'anno per almeno 10.1 anni e ad ogni controllo veniva controllata
la compliance alla CPAP. La presenza e la gravità dell'OSAS venne determinata
tramite polisonnografia.
I soggetti con malattia grave non trattati avevano una più elevata incidenza
di eventi cardiovascolari fatali (1,06 per 100 soggetti/anno) e non fatali
(2,03 per 100 soggetti/anno) rispetto ai non trattati con malattia
lieve-moderata (rispettivamente 0,55 e 0,89 per 100 soggetti/anno), ai
semplici russatori (0,34 e 0,58), ai pazineti trattati con CPAP (0,35 e 0,64)
e ai soggetti sani (0,30 e 0,45).
Rispetto ai soggetti sani la presenza di OSAS severa non trattata triplica il
rischio di eventi cardiovascolari fatali (OR 2,87) e non fatali (OR 3,17).
Fonte:
Marin JM et al. Long-term cardiovascular outcomes in men with obstructive
sleep apnoea-hypopnoea with or without treatment with continuous positive
airway pressure: an observational study
Lancet 2005 Mar 18; 365: 1046-53
Commento di Renato Rossi
La sindrome delle apnee ostruttive è stata oggetto in questi ultimi
anni di numerose ricerche perchè si ritiene che essa sia associata ad un
aumento del rischio di eventi cardiovascolari.
Pur trattandosi di uno studio osservazionale, questi dati confermano che la
presenza di OSAS severa è, in effetti, associata ad un aumentato rischio di
eventi cardiovascolari (infarto e stroke fatali e non fatali, procedure di
rivascolarizzazione coronarica) e che il suo trattamento con ventilazione a
pressione continua positiva potrebbe produrre benefici in tal senso. Non si
possono escludere bias di selezione in quanto lo studio non era randomizzato,
però gli autori hanno cercato di correggere i risultati per i vari fattori
confondenti. Resta da stabilire quanto siano applicabili nella pratica clinica
questi dati sia dal punto di vista diagnostico (per la diagnosi, sospettata
clinicamente, è necessario disporre di un laboratorio attrezzato per la
polisonnografia) che terapeutica (non è comodo dormire con la CPAP
applicata).