"Scienza e Professione"
Mensile di informazione e varie attualita' - Reg.
Trib. Roma n. 397/2004 del 7/10/2004
Resp.: Daniele Zamperini O.M. Roma
19738 - O. d. G. Lazio e Molise 073422
Aumentano i tagli cesarei: si tratta di una pratica giustificata?
Secondo uno studio di tipo trasversale pubblicato anticipatamente online dal BMJ il numero
di parti con taglio cesareo sono aumentati in questi ultimi anni negli USA in modo quasi
esponenziale e in molti casi senza che vi fossero motivi medici per ricorrere alla
procedura chirurgica.
Lo studio ha analizzato i certificati di nascita di circa 4 milioni di bambini americani
ogni anno per il periodo che va dal 1991 al 2001. Gli autori calcolano che in questo lasso
di tempo i tagli cesarei siano aumentati dal 3,7% al 5,5%. In totale oltre 80.000 tagli
cesarei sarebbero stati effettuati senza che vi fossero motivi di ordine medico o
ginecologico. La probabilità di essere sottoposta a teglio cesareo, per una donna
gravida, è aumentata del 50% nel 2001 rispetto al 1996.
Gli autori ammettono che lo studio potrebbe avere delle limitazioni nel senso che nei
certificati esaminati potrebbero non essere stati riportati motivi che in realtà
giustificavano il taglio cesareo.
E' indubbio tuttavia che in questi ultimi anni sono cambiate molte cose, i ginecologici
tendono a effettuare un taglio cesareo anche per patologie che un tempo non erano
un'indicazione mentre altre volte la scelta è della paziente stessa.
Fonte: BMJ, pubblicato online il 19 novembre 2004
Commento
Questi dati americani probabilmente non si possono trasferire alla realtà italiana. E'
indubbio tuttavia che stiamo assistendo ad una progressiva medicalizzazione di ogni
aspetto della vita e gravidanza e parto non potevano sfuggire alla tendenza generale.
Sicuramente negli USA gioca, più che da noi, un ruolo importante la necessità del medico
di tutelarsi dal punto di vista medico legale con la tendenza a rifiugiarsi in una sorta
di medicina difensiva esasperata.
D'altra parte l'enfatizzazione della medicina "miracolistica" può portare le
donne ad optare per una soluzione che viene vista come un qualcosa che provoca meno dolore
e che è (od è creduta) meno pericolosa del parto per via vaginale.
Non bisognerebbe dimenticare invece che il taglio cesareo è comunque una procedura
invasiva che può comportare rischi infettivi post-chirurgici, difficoltà
all'allattamento materno, un ricovero ospedaliero più lungo, un aumento dei costi.
Inoltre un pregresso taglio cesareo aumenta, in una gravidanza successiva, il rischio di
rottura uterina (Kieser K et al. Obstet Gynecol 2002; 100: 749-752) e, seppur lievemente,
di morte perinatale (Guise J-M et al. BMJ 2004; 329:19-25). Inoltre ci sono dati che fanno
pensare che un pregresso taglio cesareo sia un fattore di rischio per morte fetale in una
successiva gravidanza (Gordon CS Smith et al. Lancet 2003; 362: 1779-1784).
Qualcuno sostiene che il taglio cesareo evita le lacerazioni perineali che si verificano
con il parto per via vaginale, con benefici nel lungo periodo sulla muscolatura perineale.
In realtà la questione è ancora dibattuta e , come al solito, bisogna fare un bilancio
molto attento dei rischi.
Renato Rossi