"Scienza e Professione"
Mensile di informazione e varie attualita' - Reg.
Trib. Roma n. 397/2004 del 7/10/2004
Resp.: Daniele Zamperini O.M. Roma
19738 - O. d. G. Lazio e Molise 073422
BURN OUT : DALLE RICERCHE INTERNAZIONALI E NAZIONALI ALLE DURE MOTIVAZIONI E SOLUZIONI NAZIONALI
Una indagine della Fimmg condotta dal dott Mario Costa, in cui si chiede se è possibile prevenire la sindrome del burn out, pone laccento su alcuni importanti aspetti nella sindrome del burn out in medicina generale: la pressione intollerabile della burocrazia; i problemi sociali ed economici dei pazienti; le aspettative accresciute, il senso di impotenza dei medici."Frequent Attender phenomenon : the health care system
Achilles ( WONCA Congress, Giugno 2002
"the general practitioners everyday life " (WONCA June 2002
Londra;
" Frequent Attenders: Tallone d Achille del SSN e dei Medici di Famiglia."
pubblicazione su M.D. (Medicinae Doctor) Anno IX, Numero 26- 25 Settembre 2002;
" Cresce il disagio dei medici di famiglia in tutta Europa " MD (
Medicinae Doctor, Anno XI, numero 22, 2004;
"A particular aspect of GPs burn-out syndrome: the intolerable
bureaucratic pressure felt as an institutional mobbing." Workshop WONCA June
2004, Amsterdam
"Great but Unrealistic Expectations" pubblicato sull
European Journal of General Practice, Volume 10, September 2004.
Pur partendo dagli stessi presupposti dobbiamo però affermare che le nostre conclusioni
sono molto diverse ed addirittura in alcuni punti opposte.
Si parla nella ricerca torinese di un medico impreparato ad affrontare
i nuovi compiti quali il ruolo del gate keeper oppure impreparato ad affrontare il disagio
sociale di molti pazienti.
Forse non siamo preparati, ma perché dovremmo esserlo?
Questi nuovi compiti sono realmente necessari o non sono piuttosto il risultato di una
distorsione nella attuale impostazione del Servizio Sanitario Nazionale che non si ha il
coraggio di correggere alla fonte?
Inoltre, la ricerca internazionale presenta ben altri aspetti. Labbiamo condotta per
anni ed è stata presentatta a Avignone come preliminare ( EGPRN Meeting, maggio 2003 ), a
Verona ( EGPRN Meeting , Ottobre 2003 ) e finale a Anversa ( EGPRN Meeting , maggio 2004
). Ora è in fase di pubblicazione su rivista internazionale. In essa si evidenzia come il
burn out venga accenttuato dallavanzare delletà, dal realizzare che vi è
mancanza di sviluppo di carriera, dal realizzare che è limpegnarsi ed essere
particolarmente preparati (!) a creare un contrasto maggiore con un mondo piatto ,
burocratico, ottuso, anti meritorio: Inoltre, svolgono ruolo negativo la mancanza del part
time soprattutto per le donne, e del tempo protetto per didattica e ricerca, e lo stress
del lavoro anche nei week end o nelle notti, e i problemi relazionali con lo staff delle
multipractice.
Puntualizzando sullaspetto distorsivo e generatore di burn out dellattuale
SSN, ripartiamo un po da lontano.
Le socialdemocrazie europee nel corso degli ultimi 30 anni hanno sempre perseguito
una politica di abbattimento delle barriere sociali ed economiche che si frappongono
ad un accesso universale ed equo ai servizi del Sistema Sanitario Nazionale da parte
di tutte le classi sociali della popolazione.
Questo atteggiamento ha avuto dei buoni e meritori risultati in passato, ma non è ora
controbilanciato da un sano e ragionevole senso di responsabilizzazione dei cittadini, in
ciò unito alla influenza dei media che tendono ad enfatizzare i successi della medicina,
producendo nei pazienti, soprattutto in quelli con livello culturale non elevato, paure ed
aspettative irrealistiche che ne' la classe medica ne' quella politica sono poi in
grado di fronteggiare.
In medicina primaria (medicina generale) vi e una continua tendenza a medicalizzare
problemi sociali. Ovviamente la medicina generale più delle altre branche mediche deve
avere a che fare con questi tipi di problematiche, pur tuttavia si dovrebbe evitare di
sommergere completamente i medici con questi argomenti.
In pratica i punti in questione sono questi:
1)demagogia (da parte delle autorità): promesse vuote e non realistiche (ad
esempio il tutto gratis dalla culla alla tomba) che causano lemergenza nel pubblico
di gruppi di pazienti che chiedono in maniera ossessiva e sono poco accontentabili;
2)ipocrisia: nonostante la consapevolezza che queste promesse non possono essere
mantenute, i politici e spesso anche i media, trovano molto "conveniente"
accusare la classe medica quando le cose vanno male;
3)burocrazia: il crescente uso di protocolli e regolamenti che condiziona
severamente la vita professionale dei medici di medicina generale sembrano causati più
dalla necessità di difendere il sistema sanitario dagli abusi causati da questa stessa
demagogia piuttosto che derivare da provate evidenze scientifiche.
Il contrasto tra le queste severe regole e la burocrazia strutturale
del servizio sanitario da un lato, e le aspettative irrealistiche dei pazienti
dallaltro, spesso sfocia in frequenti lamentele e contrasti ed in un aumentato senso
generale di insoddisfazione che espone il medico alla sindrome del burnout.
Il Sistema Sanitario Nazionale può sopravvivere solo responsabilizzando tutte le figure
coinvolte: medici, amministrazioni ed anche e soprattutto i pazienti.
Pensiamo alle miriadi di esenzioni ticket presenti nel nostro SSN che non hanno alcun
corrispettivo in nessun altro paese civilizzato e che servono, da un lato ad illudere il
cittadino-paziente-elettore, dallaltro sono bramati prepotentemente da
questultimo e visti come lultimo escamotage per non sborsare quattrini ( che
poi escono ben di più quando ci si trovi a situazioni complesse o ritenute urgenti ).
E un dato di fatto che labuso del sistema sanitario nazionale non e solo
del paziente depresso o ipocondriaco ma spesso appare deliberato: molti dei
pazienti cosiddetti difficili sono consapevoli di un loro eccessiva presenza nello studio
del medico ma daltra parte essi sentono profondamente un senso di diritto
di fare ciò.
Sfortunatamente questi sono argomenti tabù. Nessuno vuole parlarne in maniera chiara: per
molti degli attori di questo teatrino (media, politici e persino la comunità medica)
alcuni ragionamenti non appaiono né ideologicamente corretti né remunerativi da un punto
di vista di popolarità e di successo elettorale.
Persino la classe medica molto spesso preferisce un falso, ipocrita ma anche comodo atteggiamento
di autocritica ad una chiara, sincera ( forse anche spietata) spiegazione dei
problemi che affliggono il sistema sanitario nazionale.
Noi riteniamo che una compartecipazione o "corresponsabilizzazione"
economica a tutti i servizi (farmaci, diagnostica, ricoveri) così come sta avvenendo nel
resto dell' Europa, sia la strada obbligata. Certo questa compartecipazione economica
dovrà tenere conto delle condizioni economiche e sociali, pur tuttavia un contributo sia
pur piccolo e proporzionato dovrebbe essere pagato da tutti (ma proprio tutti)
ogni qual volta si accede ad un servizio del SSN evitando così che il SSN venga sfruttato
al di là di ogni appropriatezza da parte di chi non paga nulla come spesso accade
oggigiorno, e come pochi hanno il coraggio di ammettere ( avviene ormai in quasi tutti
paesi europei, non parliamo di che cosa successe nei paesi extracomunitari ...).
Lunica alternativa possibile sarebbe una rieducazione generale alluso corretto
e corresponsabile di risorse forzatamente limitate, ma come realizzarla? Con i media ed i
politici amministratori interessati a tuttaltro: inventare
"malasanità" rende di più in termini di "fare notizia" per i primi e
"scaricare le colpe" sui medici per i secondi.
Ma questo è difficile da accettare ideologicamente. Quando si parla sui media dei
problemi che affliggono il servizio sanitario nazionale, ve ne sono alcuni di cui e' più
comodo e facile parlare ovvero di corruzione, di sprechi, di ingiustizie sociali.
Purtroppo però ve ne sono altri più difficili da affrontare, meno seducenti
da un punto di vista ideologico culturale anzi che contrastano nettamente con il
diffuso atteggiamento ideologico cultuale dominante. Sono verità più concrete,
anche se ai più appaiono brutali e spietate.
In pratica il timore di molti italiani, non solo i nostri governanti regionali e
nazionali, è che un cambiamento nella impostazione del Welfare in generale e del SSN in
particolare, non sarebbe socialmente accettabile.
"Lincubo delle manifestazioni di piazza, delle proteste, dei blocchi
stradali, delle sceneggiate di martiri di professione che, durante un talk show,
minacciano o gridano di fronte alle telecamere ed allocchio complice ed ammiccante
di un giornalista compiacente", è da una parte politica paventato,
dallaltra vaticinato.
E lamata Italietta finisce ancora una volta per assomigliare alla caricatura
di sè stessa (molto in voga nel mondo anglosassone), ovvero una via di mezzo tra una
salda democrazia occidentale ed un tumultuoso stato latino-americano.
Francesco Carelli