Conguagli nel Lazio: i medici nuovamente sotto processo
Ancora una
volta i medici di Medicina Generale (o medici di famiglia)
e i “pediatri di Libera Scelta” sono chiamati a pagare di tasca loro
per la disorganizzazione di Uffici e Strutture regionali e/o Statali.
Per tali
medici oltre al danno economico, anche la
beffa.
La storia si
ripete ormai da anni con il solito copione perché
puntualmente ogni due o tre anni essi ricevono la solita letterina da
parte della Regione Lazio con
richiesta di rimborso coattivo di considerevoli somme di denaro da restituire
alle ASL per pazienti “deceduti, trasferiti o revocati” che - a dire
dall’Ente Regione - non sarebbero stati esattamente conteggiati e quasi mai
comunicati in tempo reale, come invece previsto dal vigente C.C.N.L di
categoria.
Gli elenchi
dei pazienti che sono in possesso della Regione di anno in anno subiscono delle
variazioni relative alle nuove “scelte, revoche o decessi” di pazienti. Tali
variazioni, trasmesse periodicamente alla Regione Lazio dagli Enti
interessati ( Comune di Roma,
Ministero della Difesa, Ministero della Salute), non essendo
mensilmente comunicate al medico in modo da consentirgli in tempo reale
la sostituzione di un paziente non più in carico, perché, trasferito, revocato
o deceduto - finisce per danneggiarlo in modo irreversibile.
Egli infatti
non può più prendere in carico nuovi pazienti perché ha un tetto che
non può superare, tuttavia viene chiamato a restituire tali somme, su cui
ha comunque già pagato le tasse, e nel contempo non percepisce frattanto
nessun nuovo reddito.
Quindi,
oltre al danno emergente, subisce un danno anche per
il lucro cessante. Questi danni economici chi li risarcirà al medico
incolpevole?
Alla
violazione sistematica degli artt. 28/29/30 del DPR 270/2000, si aggiunge la
violazione delle norme sulla prescrizione sancite dal nostro Cod. Civ.
Infatti le
richieste economiche non sono riferite alle variazioni mensili, o annuali, bensì
risalgono a svariate annate precedenti ed includono anche anni che avrebbe visto
la chiusura della partita “dare avere” con conguagli già effettuati in
precedenza. Tuttavia poiché col passare degli anni si scoprono nuovi errori, si
richiede il conguaglio anche per periodi risultati conguagliati.
Esaminiamo
la storia dei conguagli nell’ultimo triennio: nell’anno 2003 sono stati
conguagliati gli anni 98/99/2000; nell’anno 2004 la Regione Lazio ha chiesto
di conguagliare gli anni 2001/02/03, anche se poi non ha dato corso a questi
conguagli perché in essi sono risultati molti errori e le varie proteste e
diffide legali hanno bloccato tale iniziativa di recupero .
Nell’anno
2006 vengono rifatti i conti e si
ritorna a chiedere la restituzione di somme relative ai deceduti a partire di
nuovo dall’anno 2000/01/02/03, ciò nonostante l’anno 2000 fosse stato
chiuso col conguaglio del 2003.
Invece per
le variazioni mensili dovute a cambio di residenza o revoca del medico si chiede
bonariamente solo una quota di pochi mesi (massimo tre) e soltanto
per gli anni 2001/2002.
Il risultato
di questa operazione è disastroso per i medici suddetti,
poichè le somme richieste ai medici nei nuovi conguagli per il 2006,
sono nella stragrande maggioranza dei casi molto più elevate delle somme
richieste nel 2004.
Nel frattempo si sono accorti, dopo sei anni, di altri pazienti “deceduti” o di aver pagato erroneamente le quote aggiuntive per i minori di 14 anni anche per coloro che erano stati iscritti prima dell’ottobre 2000 (che secondo il DPR n°270 non ne avevano diritto), senza tra l’altro prevedere la consegna al medico dell’elenco nominativo dei minori di 14 anni che risulterebbero pagati con la quota aggiuntiva a cui non avevano diritto; si consegna invece al medico solo l’elenco nominativo riferito ai minori di 14 anni che erano stati pagati giustamente con la quota aggiuntiva, in modo che non consente al medico un’eventuale verifica o controllo di queste quote pagate in più di cui si chiede la restituzione.
Di certo
c’è che gli errori commessi da altri vengono fatti pagare imperativamente ai
medici, i quali non hanno nessuno strumento per verificare se queste quote siano
già state effettivamente trattenute, in quanto nelle liste dei movimenti
mensili risultano gia’ effettuati i movimenti degli assistiti.
Quindi
appare lecita una domanda: perché se nelle variazioni mensili risultano questi
movimenti di assistiti non si sarebbe dovuto provvedere nel mese successivo o
entro l’anno ad effettuare l’eventuale trattenuta?
Domanda
a cui non si sa e non si può dare una risposta logica e chiara.
Intanto oggi con i conguagli dell’anno 2006 si richiede la restituzione di queste quote e, ciò anche in violazione alle regole che il Cod. Civile detta sulla prescrizione. E come se non bastasse, anche queste nuove richieste di addebiti ai medici - oltre ad essere in violazione delle procedure previste dall’Accordo Collettivo Nazionale, nonché in violazione delle norme previste dal Cod.Civ.- comprendono molti errori: e’ bene verificare accuratamente le date di decesso, chiedendo eventualmente le necessarie certificazioni presso gli uffici delle Anagrafi; alcuni trasferimenti vengono indicati come decessi, (con la conseguenza che vengono richieste più quote in restituzione. Di alcuni pazienti non si conosce nulla, neppure il codice fiscale; oltretutto non si trova traccia delle correzioni richieste, della continuità di iscrizione per gli extracomunitari, del recupero dei deceduti riscritti. Nessuna correzione in positivo, solo correzioni in negativo.
Allora ci
chiediamo qual’è l’attendibilità di tali richieste? Cosa può fare il
medico per difendersi da questi soprusi, frutto di errori, incompetenza,
negligenza commessi da altri soggetti?
La risposta
è solo una: occorre contrastare nelle sedi legali.
Non possiamo
non parlare di un ennesimo sopruso, sempre a danno dei medici, i quali di
recente si sono visti recapitare (insieme col cedolino del mese di ottobre 2006)
un elenco di pazienti di 10 o anche 25/30 unità, che a dire della
Regione – non sarebbero in regola con i dati anagrafici o altro, con
richiesta ai medici di correggere tali posizioni, con la minaccia che in caso
negativo, dal 30 novembre essi perderanno il compenso per i pazienti indicati in
elenco.
Il
bello e’ che i medici - pur non essendo tenuti a questa correzione che,
ripetiamo spetta alla Regione, con grande spirito di
collaborazione, si stanno
facendo parte diligente e mandano i
propri pazienti “irregolari” presso le rispettive ASL per effettuare
eventuali correzioni. Tuttavia questi pazienti vengono mandati via poiché il
personale addetto dichiara che non spetta a loro fare la segnalazione, bensì il
medico deve segnalare il caso.
Purtroppo
anche il medico è stato mandato via o perché non vi era personale disponibile
per riceverlo, o perché quello disponibile non ha comunque fatto la correzione.
In ultima analisi i medici, in questi anni, sono stati chiamati troppe volte a restituire presunte somme indebitamente percepite per colpe altrui, e comunque in assenza di regole trasparenti.
Insomma abbiamo un sistema che presume di non sbagliare mai nei conteggi delle competenze che deve dare al medico; invece sbaglia spesso, e per cifre molte elevate, per le somme che invece il medico deve restituire alle AA.SS.LL.Deve convenirsi che vi è qualcosa che non è chiaro in questo meccanismo. Allora credo che sia giunta l’ora di correggere seriamente le storture di questo sistema , iniziando a far pagare gli errori a chi li commette realmente, semplicemente rispettando le regole sancite dal DPR n°270/2000, senza che gli errori debbano ricadere ingiustamente e con grave nocumento sui medici. Essi chiedono soltanto di poter svolgere il proprio lavoro nella trasparenza delle regole in un sistema funzionante, senza dover ricorrere sempre alle vie legali per la tutela dei propri diritti.
Avv. Lucia Gulino