Dare
i numeri per fare scandalo: le “sparate” sulle morti in
corsia. E gli Ordini?
Riportano alcuni mezzi di informazione che un’
Associazione professionale (che purtroppo non potremo piu’
tenere nel novero di quelle maggiormente attendibili), l’ AIOM
(Associazione Italiana di Oncologia Medica), non ha saputo
resistere alla tentazione di far sensazione per finire sulle
pagine dei giornali.
Nel corso di un convegno da loro stessi organizzato a Milano hanno
sparato cifre che fanno accapponare la pelle: gli errori medici
nelle corsie ospedaliere fanno piu’ vittime degli incidenti
stradali, degli infarti e di molti tumori: 30-35.000 morti l’
anno, circa 90 al giorno.
Il tutto comporterebbe, per di piu’, un costo economico enorme,
stimato in 10 miliardi di euro l’ anno. L’ Associazione punta
il dito sulla disorganizzazione delle strutture sanitarie offrendo
anche (sentendosi evidentemente al di sopra del problema)
strumenti finalizzati a correggere questo aspetto.
Una domanda sorge spontanea: ma dove hanno preso mai questi dati,
i signori? Come hanno potuto controllare cartelle cliniche e
schede ospedaliere di reparti o istituti di cui non fanno parte?
Come hanno potuto conteggiare cosi’ esattamente i “morti per
colpa medica”? E se li hanno potuti contare (e quindi
individuare con una certa precisione) perche’ non hanno
presentato questi dati alla Procura della Repubblica, e non a un
convegno scientifico?
Una strage del genere, che fa impallidire certi
"genocidi" tanto pubblicizzati, non puo’ essere
ridotta ad una chiacchierata intorno ad un tavolo! E i medici
colpevoli di questa strage dovrebbero risponderne, ed essere
allontanati dalla professione! Non e' possibile fare finta di
niente!!
E’ possibile, ovviamente, che i relatori siano stati fraintesi,
e il senso delle loro affermazioni stravolto dai mezzi di
comunicazione; magari le loro cifre non rappresentavano i morti,
ma solo errori spesso banali come erronee ma innocue
annotazioni in cartella (e in tal caso saremo lieti di pubblicare
una rettifica).
Ma se cosi’ non fosse, essi devono essere
chiamati a rispondere delle loro affermazioni in tutte le sedi
competenti, da quella giudiziaria a quella Ordinistica, perche’
tali affermazioni, se non adeguatamente comprovate, sono
gravemente lesive del decoro e del prestigio della categoria, e
cio' dovrebbe essere adeguatamente considerato.
DZ-GZ