Dati sanitari solo in busta chiusa
I risultati della visita medica non possono stare sotto gli sguardi di tutti.
Il Garante da' ragione al paziente
Un dipendente comunale si era sottoposto ad accertamenti sanitari per il riconoscimento di infermità da causa di servizio;
i referti, anziché custoditi in busta chiusa, gli vengono comunicati dall'amministrazione di
appartenenza , tramite il messo comunale, aperti e spillati ad una nota di
accompagnamento.
Il dipendente, ritenendosi leso nel suo diritto alla riservatezza, dopo una prima istanza rivolta al datore di lavoro in cui chiedeva conto di questaprocedura, ha presentato ricorso al Garante. L'Autorità gli
ha dato ragione ed ha ordinato all'ente locale di conformarsi al rispetto della normativa in
materia di protezione dei dati personali.
Quando le amministrazioni pubbliche trattano informazioni personali, a maggior ragione se vi
sono riferimenti alla salute, alla vita sessuale, alle convinzioni religiose ecc., hanno l'obbligo di
adottare ogni cautela e precauzione per prevenire violazioni dei diritti, delle libertà
fondamentali e della dignità degli interessati. I dati sanitari vanno quindi
trasmessi in busta chiusa e allegati alle note di trasmissione solo se indispensabili.
Nel caso in esame il Garante ha ritenuto illecite sia le modalità di circolazione dei dati
all'interno dell'ente (redazione di documenti, invio di note, loro protocollazione), sia quelle di
comunicazione all'interessato ed ha richiamato l'amministrazione all'adozione di soluzioni che
permettano di svolgere le funzioni istituzionali eliminando ogni occasione di superflua
conoscibilità dei dati sulla salute, anche da parte degli incaricati del trattamento, compresi i
messi notificatori (dati sanitari in busta chiusa, inviti a ritirare personalmente un documento
presso l'ufficio competente, comunicazione telematica direttamente all'interessato).
N. 231 del 18 - 31 ottobre 2004