Il Decalogo dei diritti del Medico
Da un' idea di Bruno Di Lascio ( Presidente O.M. di Ferrara), l'
Associazione Liberta' Medica, con la collaborazione di Giorgio
Cazzato (Padova) e Daniele Zamperini (Roma), propone il Decalogo
dei Diritti del Medico, presentato alla IV Giornata del Medico, organizzata dall'
Ordine di Ferrara, l' 8/5/2004.
Premesse:
La legislazione ha progressivamente assegnato ai medici compiti che nulla hanno a che
vedere con lesercizio professionale, rispondente solo a scienza e coscienza,
gravandoli di compiti e funzioni improprie, se non addirittura in contrasto, con la
mission del medico: utilizzare ogni mezzo scientificamente noto per mantenere quello stato
di Salute garantito dallart. 32 del dettame costituzionale.
Indiscutibilmente il tema delle risorse disponibili e della limitatezza delle stesse è
alla base delle decisioni del Legislatore ma, altrettanto indiscutibilmente, inaccettabile
è il dualismo conflittuale venutosi a creare tra ruolo e funzioni del medico con quello
di dirigente o controllore della spesa: se la Sanità, specie in un sistema che si vuole
ancora definire solidale e universale, non è unazienda di profitto, e come tale non
ha come compito la realizzazioni di utili, il medico non è, né vuole essere, colui che
esercita nellottica della limitazione degli impieghi. Sotto questo aspetto lo stesso
Tar Lazio (sentenza 5141/2000) ebbe a dire che: "Lesaltazione della funzione
dirigenziale della dirigenza medica, linvito ad abituarsi a coniugare, nella propria
attività, esigenze di carattere eminentemente sanitario con esigenze di carattere
aziendale proprie della dirigenza di imprese private, appaiono un accrescimento oltre
misura dei compiti del primario, nonché un allontanamento dalla sua naturale funzione,
che è quella di assicurare il buon funzionamento del servizio, lefficacia degli
interventi, la soddisfazione degli utenti". Il medico è oggi visto come il
gatekeeper dellAzienda: una sorta di ragioniere della sanità, costantemente
richiamato alla realizzazione dei risparmi, e che deve perciò garantire lutilizzo
dei farmaci più economici o modularne la prescrizione (note Cuf), lapplicazione di
tecniche chirurgiche che consentano risparmi in ordine alle giornate di degenza, il
permanere dei pazienti in ospedale limitatamente alla fase acuta, lineseguibilità
in regime di day hospital degli accertamenti necessari alla definizione diagnostica,
ecc
Altro aspetto inaccettabile per la nostra professione è il doppio binario
nellambito delle prestazioni garantite dal SSN per cui chi può sostenere dei costi
aggiuntivi (libera-professione intramoenia) può aggirare le liste dattesa pur
utilizzando le risorse che il sistema sanitario dovrebbe mettere a disposizione di tutti
senza differenze: il ricorso alla libera professione da parte del cittadino deve essere
una sua scelta libera e non un mezzo indotto dal sistema stesso per garantirsi flussi di
cassa aggiuntivi.
Sul versante della responsabilità la giurisprudenza ha progressivamente ridotto la tutela
dei diritti dei medici, spesso con decisioni contraddittorie in ordine a casi analoghi e
che non tengono in considerazione alcuna il rischio di struttura, indipendente dalle
concrete possibilità di intervento del professionista, ma legato allorganizzazione
dei servizi sanitari, alla disponibilità di idonea strumentazione, al rispetto delle
norme di sicurezza strutturale, ecc..
Ne deriva che sempre più spesso si parla di "malasanità" come sinonimo di
errore medico ma, altrettanto spesso, lepisodio contestato è dovuto a causa non
professionale: il medico ha diritto che non venga a lui imputato ogni
insuccesso terapeutico, specie quando esso è legato ai limiti della scienza o a
cause indipendenti dalloperato tecnico-professionale.
Partendo da queste considerazioni abbiamo ritenuto necessario stilare il Decalogo dei
Diritti del Medico la cui finalità è lorgogliosa affermazione delle prerogative
professionali su quelle dirigenziali/amministrative quali uniche in grado di assicurare il
fine del nostro lavoro: cercare di mantenere lo stato di salute di coloro che a noi si
affidano.
Per questi motivi:
rigettiamo sia i meccanismi "incentivanti" (siano essi economici
che di carriera) che prendano a parametro non la qualità o lesito del processo
diagnostico/terapeutico ma solo il risparmio conseguito sia gli atti amministrativi che ne
sono alla base;
esigiamo di poter lavorare in strutture ad elevato ed uniforme contenuto
tecnologico;
richiediamo come diritto laggiornamento professionale mirato alle esigenze di
esercizio;
pretendiamo di rispondere degli eventuali errori commessi limitatamente a quelli
derivanti da "cattiva pratica";
rifiutiamo i processi di industrializzazione medica miranti alla temporizzazione
dellatto medico;
sollecitiamo la cessazione del differente trattamento ed accesso alle prestazioni
pubbliche in base alla disponibilità e partecipazione economica del cittadino.
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IL DECALOGO DEI DIRITTI DEL MEDICO