Il Documento Programmatico sulla Sicurezza: una formalita', ma fino ad un certo punto
Da molte parti si sono levate voci preoccupate in merito alla stesura del famoso (o
famigerato) DPS (Documento Programmatico della Sicurezza), obbligo che la recente legge
sulla privacy metta a carico anche dei medici che gestiscano uno studio professionale o un
ambulatorio.
A complicare le cose, e' intervenuta la recentissima " Guida operativa per redigere il
Documento programmatico sulla sicurezza (DPS)" pubblicata sul sito del Garante.
Fortunatamente il Garante stesso specifica chiaramente che si tratta solo di un'
indicazione, e che non e' vincolante!
La suddetta Guida (che qualcuno puo' supporre nata allo scopo di complicare le cose
semplici) si dilunga infatti per ben 18 pagine, gettando nello sconforto i poveri lettori
e dettagliando tutto con estrema pignoleria: basti pensare che, nell' elencazione dei
rischi prevede, per esempio, "movimenti
tellurici, scariche atmosferiche, incendi, allagamenti" eccetera.
Viene da chiedersi perche' non includere anche l' asteroide che scende dallo spazio o un'
eventuale guerra atomica. E viene da chiedersi quali provvedimenti si aspetta il Garante
che prenda un povero medico di famiglia al fine di neutralizzare tali eventi...
Alla fin fine pero', a guardar bene, quelle 18 pagine non fanno che dettagliare una cosa
molto semplice: bisogna descrivere: La tipologia della struttura (studio medico); i dati
che vengono trattati (dati personali e sanitari dei pazienti); quali sono i rischi a cui
sono soggetti (sottrazione, consultazione illecita, alterazione, perdita e altro che
certamente verra' in mente); quali misure vengono prese per ovviare (porte e cassetti con
chiusura a chiave, computer con password, copie di backup cifrate e protette con pw,
accesso limitato agli operatori, misure contro la negligenza della segretaria ecc.)
Daniele Zamperini