"Scienza e Professione"
Mensile di informazione e varie attualita' - Reg.
Trib. Roma n. 397/2004 del 7/10/2004
Resp.: Daniele Zamperini O.M. Roma
19738 - O. d. G. Lazio e Molise 073422
Come l' aggancio emozionale facilita la rievocazione del ricordo
Come è noto, mediante la tecnica della risonanza magnetica funzionale (RMf) è
possibile visualizzare quali parti del cervello lavorano durante un determinato compito,
che può essere sia puramente mentale (una rievocazione, un calcolo matematico, un
qualsiasi compito che necessiti di sola intelligenza), sia pratico (attuare movimenti,
spostare oggetti) sia misti (precorrere mentalmente il movimento e poi compierlo,
prefigurarsi una azione, ecc.).
Utilizzando la tecnica della RMf è stato studiato il cervello durante un compito di
richiamo, più specificatamente durante un utilizzo della memoria autobiografica.
Per memoria autobiografica (MA) si intende, solitamente, quellinsieme complesso di
informazioni, esperienza e memorie che concernono la nostra vita ed il nostro vissuto, e
che ci consente di "viaggiare" nel nostro passato, rivivendolo anche a livello
emotivo.
Gli studi hanno mostrato che le aree maggiormente attive durante una fase di richiamo
della MA sono le aree prefrontali ed orbitofrontali: sono queste, infatti, quelle deputate
a richiamare alla mente i ricordi del nostro passato.
Oltre alla RMf, altre informazioni su questo sistema di memoria possono essere ottenute da
pazienti che hanno subito danni cerebrali, sia localizzati (ictus ischemici o emorragici),
che diffusi (traumi).
Lanalisi della capacità del richiamo della MA in questi pazienti ha confermato come
molto importanti siano le suddette aree per il corretto richiamo delle informazioni, della
consapevolezza, del riconoscimento del Se' e, soprattutto, dellelaborazione emotiva
del vissuto. Danni a queste aree del cervello portano, oltre ai disturbi sociali, una
mancata associazione fra il ricordo e la relativa emozione.
Studi portati avanti da un gruppo di ricercatori tedeschi (Markowitsh e coll.
"Cortex" 2003, 39), con lutilizzo della RMf hanno mostrato un legame molto
stretto fra lemozione e il ricordo.
Da questi studi emerge come il ricordo sia strettamente legato allemozione, e come
questi due aspetti concorrano strettamente al richiamo dellinformazione.
Questo risultato apre un campo di indagine abbastanza nuovo, anche se non nuovissimo
(alcuni indirizzi di pensiero, come ad esempio quelli legati alla Programmazione
Neurolinguistica hanno sostenuto da tempo l' esistenza di legami simili), in quanto sara'
necessario (o quanto meno utile) rivedere le tecniche pratiche di apprendimento, dovendosi
tener conto delle interazioni fra quello che si vuole ricordare e lemotività che
quellinformazione suscita.
Inoltre, gli studi portati avanti dal gruppo di Markowitsh mostrano come il cervello
"archivi" separatamente i ricordi connotati positivamente (parte mediale della
corteccia orbitofrontale) da quelli negativamente connotati (attivazione della porzione
laterale). Abbiamo quindi una zona "buona" ed una "cattiva" del
cervello?
Guido Zamperini
Fonti: Psicologia Contemporanea N.-182
S&P 12/2004