I fattori di rischio della neuropatia nel
diabete tipo 1
In questo studio sono stati seguiti per oltre 7
anni 1172 soggetti affetti da diabete tipo 1. Al termine del follow-up la
neuropatia si sviluppò in 276 di essi. I fattori più importanti associati
all'insorgenza di neuropatia erano i livelli di glicoemoglobina e la durata
della malattia. Tuttavia, dopo aggiustamento per questi fattori, gli autori
hanno trovato che il rischio di neuropatia era associato in modo
statisticamente significativo con le seguenti condizioni: elevati livelli di
colesterolo LDL e trigliceridi, elevato BMI, elevati livelli di fattore di von
Willebrand, elevati livelli di escrezione urinaria di albumina,
ipertensione e fumo. La presenza di una malattia cardiovascolare al baseline
raddoppiava il rischio di neuropatia indipendentemente dalla presenza di altri
fattori di rischio.
Fonte:
Tesfaye S et al. for the EURODIAB Prospective Complications Study Group.
Vascular Risk Factors and Diabetic Neuropathy. N Engl J Med 2005 Jan 27;
352:341-350
Commento di Renato Rossi
Non ci sono attualmente trattamenti efficaci per la neuropatia diabetica.
L'unica misura che finora si è dimostrata utile nel ridurre questa
complicanza è il controllo glicemico. Infatti lo studio DCCT ( Diabetes
Control and Complication Trial) ha dimostrato che, nel diabete tipo 1, la
terapia insulinica aggressiva (rispetto a modalità di trattamento più
convenzinonali) riduce i livelli glicemici e la progressione della
microangiopatia (N Engl J Med 1993; 329:977) e che i benefici si mantengono a
lungo (N Engl J Med 2000; 342: 381).
Questo studio osservazionale prospettico, effettuato sempre in diabetici di
tipo 1, evidenzia come i fattori associati allo sviluppo di neuropatia
diabetica siano non solo il controllo glicemico e la durata della malattia ma
anche una serie di condizioni potenzialmente trattabili (ipercolesterolemia,
ipertrigliceridemia, obesità, ipertensione, fumo, albuminuria).
Il trattamento aggressivo di queste condizioni potrebbe portare ad una
riduzione del rischio di sviluppo di neuropatia oltre ad avere ripercussioni
favorevoli sul rischio cardiovascolare. E' possibile inoltre che quanto
evidenziato per il diabete tipo 1 sia valido anche per il diabete tipo 2.