Terapie non ormonali per le vampate di calore in
menopausa
Una revisione sistematica ha valutato l'efficacia delle
terapie non ormonali nelle vampate di calore delle donne in menopausa.
Per valutare l'efficacia delle terapie non ormonali sulle
vampate di calore menopausali sono stati esaminati 43 RCT per un totale di
oltre 4.000 donne. Gli studi riguardano il periodo 1966-ottobre 2005.
I farmaci testati nei trials erano gli antidepressivi SSRI
(inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) ed SNRI (inibitori
del reuptake della serotinina e della norepinefrina), la clonidina, il
gabapentin e gli isoflavoidi di soia.
Rispetto al placebo gli SSRI riducevano il numero di vampate
di calore al giorno di 1,13, la clonidina di 0,95, il gabapentin di 2,5 ,
mentre non è risultata alcuna efficacia per gli isoflavoidi di soia.
Gli autori concludono che SSRI, SNRI, clonidina e gabapentin
sono efficaci nel ridurre le vampate di calore in donne in post-menopausa ma
meno degli estrogeni; inoltre molti degli studi considerati hanno dei difetti
di tipo metodologico o dei limiti di trasferibilità alla popolazione generale.
Le terapie non ormonali possono essere di qualche beneficio in donne con
vampate molto disturbanti che hanno controindicazioni alla assunzione di
estrogeni.
Fonte:
Nelson HD et al. Non hormonal therapies for
menopausal hot flashes. Systematic review and meta-analysis. JAMA 2006
May 5;295:2057-71.
Commento di Renato Rossi
La ridotta produzione di estrogeni che si verifica in
menopausa diminuisce la produzione di endorfine a livello dell'ipotalamo e nel
contempo aumenta la liberazione di serotonina e noradrenalina. Il tutto si
traduce in una "staratura" del termostato centrale responsabile della
regolazione della temperatura corporea, con conseguente comparsa delle vampate.
Basandosi su questa spiegazione fisiopatologica si è ipotizzato che vari
farmaci che agiscono su serotonina e noradrenalina possano essere utili nel
trattamento delle vampate di calore.
Tuttavia questa revisione sistematica degli studi
disponibili mostra che sia gli antidepressivi SSRI e SNRI che la clonidina
hanno un'efficacia molto limitata; un pò più efficace risulta il gabapentin
mentre nessun risultato sembra aversi con gli isoflavoidi della soia.
Dopo la pubblicazione dello studio WHI l'uso degli estrogeni
ha subito un netto ridimensionamento, tanto che attulamente il loro impiego è
limitato a brevi periodi per le donne con disturbi molto intensi oppure alla
menopausa precoce.
L'uso di terapie alternative di tipo non ormonale per
ridurre il numero delle vampate può essere una scelta in donne che presentano
controindicazioni anche a terapie di breve durata con estrogeni, ma l'efficacia
rimane modesta e di questo è bene avvisare preventivamente la paziente onde
evitare entusiasmi non giustificati. Da considerare infine che gli effetti
collaterali (secchezza delle fauci, nausea, nervosismo, insonnia) possono
costituire un limite all'impiego di questi farmaci.
Anche le terapie complementari e alternative non sono una
soluzione "pronto uso". Una revisione sistematica di 70 RCT [1] sulle
terapie complementari e alternative per i disturbi della menopausa conclude -
anche se la review presenta delle limitazioni per aver preso in esame solo
studi pubblicati in lingua inglese e la difficoltà di interpretare i dati a
causa dell'effetto placebo importante presente in alcuni trial - che per il
momento non vi sono sufficienti informazioni per raccomadare questi
trattatmenti, che possono provocare effetti collaterali pericolosi come
l'epatotossicità della black cohosh (o cimicifuga racemosa) e l'iperplasia
endometriale delle preparazioni contenenti soia.
Bibliografia
1. Nedrow A et al. Complementary and Alternative Therapies for the Management of
Menopause-Related Symptoms. A Systematic Evidence Review. Arch Intern
Med. 2006 Jul 24;166:1453-1465.