Nuovi antipertensivi meglio dei vecchi? Lo
studio ASCOT-BPLA
In questo trial multicentrico, randomizzato e
controllato, sono stati reclutati 19.257 pazienti ipertesi (età 40-79 anni)
con almeo altri 3 fattori di rischio cardiovascolare, assegnati ad
amlodipina (5-10 mg/die) eventualmente associata a perindopril (4-8 mg/die)
oppure ad atenololo (50-100 mg/die) eventualmente associato a
bendroflumethiazide (1,25-2,5 mg/die) e potassio se necessario. L'end-point
primario dello studio era l'infarto non fatale e la coronaropatia fatale.
Lo studio è stato interrotto anticipatamente dopo 5,5 anni. Infatti, anche se
l'end-point primario non differiva tra i due gruppi (429 eventi nel gruppo
amlodipina-perindopril e 474 eventi nel gruppo atenololo-bendroflumethiazide;
RR 0,90; IC95% 0,79-1,02), vi era un minor numero di stroke fatali e non
fatali (RR 0,77; IC95% 0,66-0,89), di eventi cardiovascolari totali e di
procedure (RR 0,84; IC95% 0,79-0,90), e di mortalità totale (738 vs 820; RR
0,89; IC95% 0,81-0,99) nel gruppo trattato con il calcioantagonista. Anche
l'incidenza di diabete era più bassa nel gruppo trattato con i farmaci più
recenti (RR 0,70; IC95% 0,63-0,78), così come il controllo della pressione
(in media 2,7 mmHg in meno). Gli effetti collaterali della terapia si
verificarono nel 15% di entrambi i gruppi ma eventi avversi gravi si ebbero
nel 2% dei soggetti trattati con amlodipina e nel 3% di quelli trattati con
atenololo.
Gli autori concludono che un regime a base di amlodipina riduce gli eventi
cardiovascolari e induce meno diabete di un regime a base di atenololo e
questi effetti potrebbero non essere spiegati completamente dal miglior
controllo pressorio ottenuto.
Ref:
Dahlöf B et al for the ASCOT investigators. Prevention of
cardiovascular events with an antihypertensive regimen of amlodipine adding
perindopril as required versus atenolol adding bendroflumethiazide as required,
in the Anglo-Scandinavian Cardiac Outcomes Trial-Blood Pressure Lowering Arm (ASCOT-BPLA):
a multicentre randomised controlled trial.
Lancet 2005 Sept 10; 366:895-906
Commento di Renato Rossi
Lo studio ASCOT-BPLA è a tutt'oggi il maggior studio europeo sui farmaci
antipertensivi. I suoi risultati sembrano essere in contrasto con quelli dello
studio ALLHAT che dimostrava come un regime basato sul diuretico tiazidico
fosse equivalente (se non superiore per qualche end-point) agli altri farmaci
antipertensivi usati.
Anche se l'outcome primario dello studio ASCOT-BPLA non differiva tra i due
gruppi, la terapia a base di amlodipina riduceva il rischio di stroke, di
eventi cardiovascolari e la mortalità totale.
Come si possono spiegare questi dati differenti? Intanto potrebbe trattarsi di
popolazioni diverse: nello studio ALLAHT i pazienti arruolati avevano tutti più
di 55 anni e almeno un fattore di rischio cardiovascolare, nello studio ASCOT
i fattori di rischio cardiovascolare, oltre all'ipertensione, dovevano essere
almeno tre. Inoltre è diverso il diuretico usato perchè nell'ALLHAT veniva
usato il clortalidone.
Ancora: mentre nell'ALLHAT il regime era a base di tiazidico associato
eventualmente ad altri antipertensivi, nell'ASCOT il regime era a base di
atenololo, un farmaco sul quale erano già emersi dubbi in un' analisi recente
della letteratura (Carlberg B et al. Atenolol in hypertension: is it a wise
choice? Lancet 2004 Nov 6; 364: 1684-89).
Rimane sempre aperta la discussione se i migliori risultati ottenuti con un
regime rispetto ad un altro dipendano dal maggior controllo pressorio ottenuto
o da altri fattori legati ai farmaci usati.
Al di là comunque dei risultati dei vari studi, talora diversi, rimane
importante individuare, per ogni singolo paziente, il regime farmacologico più
efficace nel portare ad un controllo ottimale della pressione.