"Scienza e Professione"
Mensile di informazione e varie attualita' - Reg.
Trib. Roma n. 397/2004 del 7/10/2004
Resp.: Daniele Zamperini O.M. Roma
19738 - O. d. G. Lazio e Molise 073422
"Vedere il problema": fisiologia dei Punti di Vista
La nostra vita si basa su delle veritā, spesso banali, constatate giornalmente e
verificate mediante i nostri sensi. La forma di quello che ci circonda, il ricordo di
quello che ci viene detto, le mappe mentali che ci consentono di spostarci per la cittā,
vengono costruite empiricamente, e vengono giudicate coerenti con la realtā. Come
potremmo vivere, altrimenti?
In realtā capita, a volte, che qualcuno ci porti veritā in contrasto con le nostre.
Informazioni, dati, che sono in contrasto con quello che vediamo e con quello che i nostri
ragionamenti ci portano a pensare. Possiamo credergli, o č vittima di un vizio di
ragionamento? Di solito ripercorriamo tutta la nostra catena di pensieri, dal ricordo
originario alla conclusione, e raramente troviamo un errore.
Sicuramente deve essere laltro ad essersi sbagliato.
Questa cosa non riguarda solo la gente comune e le attivitā sociali di base. Capita in
tutti i campi, dalla diagnosi medica alla ricerca scientifica, fino alla formulazione di
leggi fisiche.
Di solito durante le discussioni che scaturiscono da questi contrasti
"ideologici" salta fuori la frase "prova a guardare le cose dal mio punto
di vista", con tutte le varianti del caso. Il concetto alla base di questo invito č
che spesso, cambiando il punto di osservazione del problema, possono cambiare tutti gli
assunti che da questo derivano. Se questo aspetto della vita non interessa i lavoratori
"sicuri" (commercianti, bancari) sicuramente interessa (o dovrebbe interessare)
tutti quei lavori che fanno della ricerca il fine ultimo, dalla ricerca scientifica alla
ricerca della causa dei tali sintomi medici.
Marie-Christophe Parmentier e Jean-Francois Hamon (universitā di Reunion, Polinesia
francese), sono partiti dal presupposto che lappartenenza a due culture differenti
possa influire fisicamente sulla percezione e sullelaborazione degli stimoli, e
quindi sulla soluzione finale al problema.
Nello specifico la ricerca si basa sulla differenza percettiva che 230 ragazzi di 10 anni
hanno di una figura geometrica astratta e complessa (figura complessa di Ray). La
richiesta che č stata fatta loro č stata duplice: inizialmente dovevano copiare la
figura, in seguito riprodurla a memoria.
Il campione č stato suddiviso in tre sottogruppi: europei di Parigi, abitanti di Reunion
cittadini e abitanti di Reunion campagnoli. Lo svolgimento del compito ha evidenziato
differenze molto marcate e significative nel modo in cui le differenti culture
"vedevano" il problema.
Nel primo esercizio la differenza fondamentale sussisteva fra i "cittadini", che
vedevano la figura in maniera piu globale in contrasto con gli abitanti delle
campagne ce la vedevano piu suddivisa nelle singole parti, e quindi tendevano a
riprodurre la figura non globalmente ma ad elementi singoli.
Il fenomeno veniva ulteriormente accentuato nel secondo compito, dove sembrava quasi che
gli abitanti di campagna vedessero la figura diversamente rispetto a quelli di
citta.
Sembra proprio che la realtā č negli occhi di chi guarda
Guido Zamperini
Fonte: Psicologia contemporanea 179