Le riviste mediche sono un mezzo del marketing delle aziende?
Richard Smith , Direttore della UnitedHealth Europe, a Londra e ex editor del BMJ lancia un duro attoi di accusa alle commistioni tra pubblicazioni scientifiche e industrie farmaceutiche, specialmente per la pubblicazione dei clinical trials sponsorizzati dall'industria che usano le più blasonate testate per veicolare informazioni dalle formidabili ricadute commerciali.
La forma più immediata di conflitto di interesse tra le riviste mediche e
l'industria può essere ravvisata nella pubblicità. Tuttavia questa è la foma
meno pericolosa di condizionamento. La pubblicità frutta alle riviste mediche
molte risorse, tuttavia tutti vedono che è un messaggio pubblicitario, tutti
possono riconoscere chi è che lo promuove e dunque è possibile valutare
criticamente il messaggio pubblicitario e non farsi influenzare. Ben più grave
è il conflitto che sottende alla pubblicazione dei clinical trials
sponsorizzati dalle aziende. La pubblicazione di un trial su una prestigiosa
rivista viene vista dal lettore come un suggello di garanzia e di autorevolezza
per il prestigio che viene tributato universalmente alla testata che pubblica
l'articolo. Tale prestigio si riversa automaticamente sul messaggio
dell'articolo. La pubblicazione di un lavoro clinico favorevole vale migliaia di
pagine di pubblicità. Purtroppo la stragrande maggioranza degli studi
pubblicati riporta risultati favorevoli per la ditta che ha sponsorizzato lo
studio. La valutazione comparativa dei risultati degli studi sponsorizzati dalle
aziende farmaceutiche e di quelli finanziati da altre fonti ha dimostrato che
gli studi sponsorizzati dalle aziende hanno una probabilità 4 volte maggiore di
riportare risultati favorevoli allo sponsor farmaceutico rispetto a quelli
finanziati da altri enti. Si ha la sensazione che le aziende riescano ad
ottenere ciò che desiderano da parte delle riviste mediche. La cosa è alquanto
preoccupante se si considera che i 3/4 dei trials pubblicati sulle principali
riviste mediche sono sponsorizzati dalle industrie farmaceutiche. In quale modo
le industrie ottengono questi risultati ? Non certamente alterando i dati oppure
disegnando studi in modo tecnicamente inadeguato, anzi gli studi sponsorizzati
sono spesso disegnati e condotti meglio rispetto a quelli finanziati da altre
fonti in quanto dispongono di fondi molto superiori. Ebbene l'abilità risiede
nel formulare la giusta domanda in modo da superare indenni le forche caudine
della revisione tra pari del lavoro. Ci sono varie tecniche che si possono
riassumere, anche se non esaustivamente in :
1) condurre uno studio del farmaco dello sponsor vs un farmaco notoriamente
inferiore;
2) comparare una dose del farmaco sponsorizzato vs una dose troppo bassa
(maggior efficacia) o troppo alta (maggior tollerabilità) del competitore
3) condurre trials con campioni troppo piccoli per evidenziare differenze tra i
farmaci esaminati
4) usare end points multipli nel trial e selezionare nella pubblicazione solo
quelli favorevoli
5) eseguire un trials multicentrico e selezionare nella pubblicazione i centri
con risultati favorevoli
6) eseguire analisi per sottogruppi e pubblicare quelle con risultati favorevoli
7) presentare i risultati in una forma maggiormente impattante ad esempio
riduzione del rischio relativo invece che assoluto
Ulteriori strategie sono quelle di pubblicare risultati positivi più di una
volta, spesso usando numeri speciali di una data rivista. L'operazione di
dividere i dati per gruppi di centri e poi magari riassemblare i vari risultati
di trials multicentrici, pubblicando più volte pezzi diversi dello stesso
studio trova l'interesse degli autori, che aumentano il numero delle
pubblicazioni, degli editori, che incassano somme ragguardevoli dalla
pubblicazione di supplementi e degli sponsors, che fanno riecheggiare più volte
il messaggio positivo. Gli editori delle riviste, pur in buona fede, chiedono
agli autori tutti i dati in loro possesso per la revisione tra pari. E'
impossibile per loro sapere se lo stesso paziente ha dato origine a dati
pubblicati più volte e non possono avere nozione dei trials non pubblicati. I
dati del lavoro inviato per la pubblicazione possono essere formalmente
ineccepibili, originare risultati positivi, ma nel contesto di un puzzle più
ampio che invece può generare nel complesso risultati diversi. I clinical
trials inoltre danno origine ad uno dei massimi livelli di evidenza, hanno
implicazioni cliniche dirette e fruttano enormi profitti con la pubblicazione
dei reprints, operazione in cui il guadagno può arrivare al 70%. Vi sono società
scientifiche che possiedono testate prestigiose ed i fondi necessari alla società
medesima provengono in larga misura dai proventi della testata che possiedono.
Come uscire da tale situazione ? L'unica soluzione è quella radicale. Le
riviste mediche non dovrebbero più pubblicare i trials sponsorizzati, ma
concentrarsi invece nell'analisi critica dei metodi e dei risultati dei trials
medesimi.
Liberamente tradotto ed adattato da:
Smith R. : Medical Journals Are an Extension of the Marketing Arm of
Pharmaceutical Companies; Plos Medicine, Volume 2 | Fascicolo 5 | MAGGIO 2005.
Luca Puccetti