La Tessera Sanitaria, questa sconosciuta
Potenzialita', prospettive, uso e utilita' della nuova Tessera Sanitaria, con
tante luci e ombre
Da alcuni mesi gli italiani stanno ricevendo da parte della SOGEI, emanazione
dell' ex Ministero delle Finanze, un oggetto misterioso costituito da una
tesserina di plastica, di prevalente colore azzurrino, con una banda magnetica e
la scritta "Tessera Sanitaria"
Il cittadino, perplesso, si reca dal medico di famiglia e pone la fatidica
domanda: "Dottore, cosa ci faccio con questa tessera?". E non e' detto
che il medico sappia rispondere...
Un po’ di storia…
Il progetto della Tessera Sanitaria nasce con la Legge Finanziaria 2003,
allorche’ si progetto’, con grande clamore, di dotare tutti i cittadini
italiani di una tessera magnetica, simile a quella del bancomat, ma
polifunzionale, capace cioe’ di immagazzinare in un apposito chip una notevole
mole di informazioni, prevalentemente di tipo sanitario. Queste informazioni
sarebbero state protette da indiscrezioni ma consultabili in caso di
necessita’.
Il progetto prevedeva che i medici, i laboratori, gli ambulatori ospedalieri e
tutte le altre strutture sanitarie, qualora consultate dal paziente,
riversassero nella tessera i loro referti, e li trasmettero per via informatica
al Ministero dell' Economia e delle Finanze.
Si ponevano naturalmente molti problemi, alcuni dei quali assai impegnativi:
occorreva che tutte le strutture sanitarie e i medici del SSN fossero forniti di
strumentazione informatica idonea a scrivere e a leggere i dati di questo chip;
che questi dati fossero protetti da indiscrezioni e da letture abusive; che
fossero recuperabili nel caso di smarrimento o distruzione della tessera; che
ogni cittadino italiano potesse avere la propria tessera, univocamente
identificata, senza possibilita’ di errore, di scambio, di omonimia.
Quest’ ultimo aspetto e’ stato quello che ha creato le maggiori
difficolta’ al sistema: all’ atto di iniziare l’ applicazione, seppure
sperimentale, della tessera, ci si accorse che la maggiore difficolta’
consisteva proprio nel costituire una attendibile anagrafe degli assistiti.
Puo’ sembrare un problema da poco: in fondo tutti i cittadini italiani sono
schedati nelle anagrafi comunali, ricevono documenti di identita’ precisamente
numerati, hanno un codice fiscale univoco, un codice sanitario altrettanto
univoco; quali problemi potevano sorgere?
Al contrario, ci si rese conto, con scandalizzato stupore, che non esisteva un
preciso elenco che identificasse gli aventi diritto: andando a confrontare i
vari elenchi, esistevano in realta’ delle Italie del tutto diverse. Gli
elenchi anagrafici comunali non coincidevano con gli elenchi degli assistiti del
SSN, e questi a loro volta non coincidevano con gli elenchi ministeriali dei
Codici Fiscali.
In alcune Regioni venne riscontrata, ad esempio, una tale incompletezza degli
elenchi ASL da potersi paragonare quasi ad una totale mancanza. Considerando i
soggetti che, pur esistendo fisicamente non rientravano negli elenchi e quelli
che, al contrario, risultavano iscritti pur essendo inesistenti, i casi
"anomali" ammontavano a milioni di unita'.
La verifica e l’ allineamento dei vari elenchi anagrafici doveva costituire,
quindi, la base irrinunciabile del nuovo progetto; questo venne quindi
ristrutturato e ridimensionato, limitandone la portata, almeno provvisoriamente,
al raggiungimento di questo scopo.
Per questo motivo si ritenne di abolire il chip di memoria (inutile, finche’
non fosse stato messo a punto un sistema sicuro di identificazione univoca) e di
utilizzare la tessera per un complesso di informazioni minimale ma assolutamente
certo.
E' stato iniziato quindi l' allineamento dei vari archivi, non agevole anche per
la differenza dei mezzi informatici usati: nei casi in cui veniva rilevata una
coincidenza completa dei dati, veniva emessa la tessera ed inviata al soggetto
interessato; qualora si rilevassero delle discrepanze in uno degli archivi
(generalmente in quello delle ASL, molto piu' caotico) veniva iniziata una
procedura di controllo e verifica. Solo al termine di questa veniva emessa la
tessera sanitaria. In questo procedimento venivano responsabilizzate le ASL,
tenute a verificare e allineare con i propri mezzi i dati d' archivio. I dati
verificabili e allineabili venivano limitati essenzialmente alle generalita' e
al codice fiscale. Non sono compresi dati sanitari, nemmeno, per esempio, il
nominativo del medico di fiducia o le eventuali invalidita' o esenzioni per
patologie croniche ; per questo motivo la tessera non sostituisce affatto la
precedente documentazione cartacea, ma si limita a costituirne, almeno
attualmente, verifica e integrazione.
Unica eccezione nel caso di assistenza sanitaria all' estero, nell' ambito della
CEE. In questo caso la TS costituisce documento valido e completo.
Le finalita'
Finalita' economiche
Benche' vengano spesso sottolineate le finalita' "sanitarie" della TS,
va detto invece che il suo scopo primario appare quello di controllo economico e
fiscale della spesa sanitaria. Molto significativo appare il fatto che i dati
prescrittivi vadano inviati telematicamente al Ministero economico, e non a
quello sanitario. Con un complicato percorso informatico le Autorita' centrali
potrebbero monitorare le prescrizioni farmaceutiche e diagnostiche
extraospedaliere in tempo reale, con il fine dichiarato di ridurre la spesa
sanitaria in questi settori.
Finalita' sanitarie
Le finalita' sanitarie consisterebbero essenzialmente nel fatto che il paziente
possa portare con se' non solo i suoi dati burocratici ma tutta la sua storia
sanitaria, in modo da poterla mettere a disposizione di ogni sanitario che venga
interpellato a scopo di cura.
Questo aspetto pero' viene fortemente contrastato da altri progetti che
perseguono lo stesso scopo ma attraverso vie del tutto diverse. Diverse Regioni,
ad esempio, hanno in progetto l' unificazione degli archivi sanitari di tutti i
cittadini in un megarchivio di proprieta' e di gestione pubblica. I sanitari
dovrebbero quindi collegarsi volta per volta a questo archivio per prelevare o
depositare i dati di salute dei pazienti.
Appare evidente come questa seconda impostazione comporti una serie di problemi
assai maggiore, per l' aspetto della trasmissione, del trattamento, della
custodia di dati sensibili di grande importanza; questi dati, in sostanza,
sfuggirebbero al controllo diretto dell' interessato ma verrebbero gestiti da
terzi in una struttura che, per necessita', sarebbe aperta ai contatti
telematici e quindi, come da recenti esperienze ancora sotto valutazione
giudiziaria, senza mai garanzia di assoluta sicurezza ma con la partecipazione
di un numero imprecisato di addetti.
I due sistemi non sarebbero di per se' incompatibili, ma costituirebbero semmai
una inutile duplicazione di risorse.
Il sistema dell' archivio centralizzato presenta poi dei risvolti inquietanti,
in quanto presuppone un aggiornamento continuo,molto preciso e gravoso dei dati
immessi, con difficolta' di gestione dell' errore e risvolti legali importanti
qualora i pazienti lamentino (piu' o meno a ragione) omissione o errore nell'
inserimento dei dati, o gli organi di controllo non riscontrino una adeguata
corrispondenza tra le diagnosi e le prescrizioni terapeutiche.
La possibilita' di utilizzo di questo mega-archivio per finalita' di controllo
prescrittivo e' probabilmente una delle molle che spinge a preferirlo rispetto
all' altro sistema (quello della tessera) a gestione piu' "privata".
E' stato recentemente approvato (e, nel momento in cui si scrive, e' in corso di
pubblicazione sulla G.U.) un Decreto che finanzia e disciplina la
digitalizzazione della storia medica della popolazione per realizzare la
cartella clinica digitale, finalizzata alle indagini epidemiologiche e alla
prevenzione ma che prevede anche la disponibilita' on-line dei dati, rendendoli
consultabili dovunque sia necessario, evitando errori, duplicazioni di
prestazioni e di accertamenti e contrastando le frodi.
Tali scopi potrebbe essere raggiunti ugualmente mediante un archivio
"privato" gestito dal cittadino, ma appare evidente la finalita' di
controllo diretto dei dati da parte delle autorita'.
Un aspetto non ancora preso in considerazione e' quello del probabile
cambiamento giuridico della scheda clinica del Medico di Famiglia: in seguito a
queste procedure “di legge”, da documento privato ad uso del medico potrebbe
trasformarsi in atto pubblico. Vedremo cosa’ dira’ la giurisprudenza a tale
proposito. Qualora cio’ accadesse, questo cambiamento porterebbe molti gravi
problemi e complicazioni alla nostra vita professionale.
Forse sarebbe utile rifletterci un po'...
Daniele Zamperini
Guido Zamperini