Una donna su 3 partorisce con taglio cesareo nelle strutture
pubbliche italiane, negli Istituti non accreditati più di 2 su 3.
L’Ufficio di Direzione Statistica della Direzione Generale del Sistema
Informativo del Ministero della Salute ha realizzato, per il secondo anno,
l’analisi dei dati rilevati attraverso il flusso informativo del Certificato
di assistenza al parto (CEDAP).
Tale rilevazione, relativa all’anno 2003, colma il vuoto informativo, creatosi
a seguito della nuova normativa sulla dichiarazione di nascita (L. 127/97 e DPR
493/98), riguardante essenzialmente le caratteristiche socio-demografiche dei
genitori, i dati di natura sanitaria ed epidemiologica sui parti, sui neonati e
la nati-mortalità.
In estrema sintesi i dati, pubblicati nel rapporto "Certificato di
assistenza al parto (CEDAP). Analisi dell’evento nascita - Anno 2003"
mostrano i seguenti risultati:
Per il 2003, la maggioranza delle regioni ha inviato i propri dati. A livello
nazionale la copertura della rilevazione è di circa 84% e anche la qualità dei
dati risulta buona per gran parte delle variabili, sia in termini di correttezza
che di completezza.
L’87% dei parti è avvenuto in strutture di ricovero pubbliche, il 12% in case
di cura private, accreditate e non, e solo lo 0,2% al domicilio della puerpera.
Si conferma il ricorso eccessivo all’espletamento del parto per via
chirurgica. In media, il 35,8% dei parti avviene con taglio cesareo; tale
percentuale è più alta per i parti che avvengono in case di cura private
(55,9% nelle accreditate e 72,5% nelle non accreditate) mentre negli ospedali
pubblici si ricorre al cesareo nel 32,9% dei casi. Circa un terzo dei parti in
cui il feto si presenta di vertice avviene, comunque con il taglio cesareo.
In quasi l’80% delle gravidanze il numero di visite ostetriche effettuate è
superiore a 4 mentre nel 73% delle gravidanze si effettuano più di 3 ecografie.
In media, inoltre, sono state effettuate più di 16 amniocentesi ogni 100 parti.
Circa la metà delle puerpere di età compresa fra 40 e 49 anni esegue questa
indagine diagnostica.
Per circa 7.200 parti si è fatto ricorso ad una tecnica di procreazione
medicalmente assistita (PMA), in media 1,6 ogni 100 gravidanze. La tecnica più
utilizzata, dopo il trattamento farmacologico per induzione dell’ovulazione,
è stata la IUI (trasferimento di gameti maschili in cavità uterina).
L’1% dei nati ha un peso inferiore a 1.500 grammi ed il 5,8% tra 1.500 e 2.500
grammi. Il 99,3% dei nati ha riportato un punteggio Apgar a 5 minuti dalla
nascita da 7 a 10
Sono stati rilevati 1.446 nati morti e 3.188 nati con malformazioni, ma
l’indicazione della causa è presente rispettivamente solo nel 27% e nel 51,2%
dei casi.
Fonte: Ufficio di Direzione Statistica Direzione Generale del Sistema
Informativo - Ministero della Salute
Ministerosalute.it 25 agosto 2005